lunedì 21 ottobre 2013

Bicchieroni con lamponi e panna

Al super ho trovato dei lamponi appena arrivati belli sodi e non ho resistito e li ho acquistati, ma poi a casa mi sono chiesta e adesso cosa ne faccio?  Voi non acquistate mai qualcosa di getto e poi......... Dopo aver pranzato mi è venuta voglia di un dolce fresco e semplice ed ecco che i lamponi finiscono in un bicchiere con panna montata e biscotti sbriciolati.

Ingredienti

Lamponi freschi, 250 g di panna fresca, biscotti gran cereali al cioccolato, sciroppo d'agave, semini di vaniglia.


Procedimento

Montare la panna con due cucchiaini di sciroppo d'agave. Pulire i lamponi con un tovagliolo umido o sciacquarli rapidamente. Sbriciolare i biscotti al cioccolato. Prendere dei bicchieri e mettere due cucchiaini di biscotti e un lampone al centro ricoprire con la panna e sopra a questa disporre dei lamponi e ricoprire con altra panna. Continuare con i vari strati fino al bordo del bicchiere, terminare con i lamponi e un po' di sciroppo d'agave.

MALWARE ELIMINATO!!!!!

EVVIVA!!!
Ho finalmente eliminato un Malware dal mio blog, che mi impediva di poter accedere alla bacheca del blog e non potevo fare alcuna operazione. Per fortuna non ha infettato il PC altrimenti sarebbero stati guai maggiori. Come ho fatto ha prendere quest'infezione? L'ho presa scaricando dei gadget carini tipo contatori e calendari e visitando www.digitanlibero.it. Ora io e il mio modesto blog di cucina siamo tornati e saremo più prudenti e attenti verso le infezioni.






































sabato 16 febbraio 2013

Pane al farro

Il Farro mi piace tantissimo e in tutte le sue forme: in insalata, zuppa di Farro, cous cous, pasta e anche sotto forma di pane. Il Farro appartiene alla famiglia dei Poaceae, del genere Triticum, è una specie di grano coltivata sin dal 5000 a.c.; è considerato spesso una sottospecie del grano anche se il suo guscio è più duro di quello del grano e per questo è più resistente agli agenti inquinanti e agli insetti. Questo cereale contiene un numero maggiore di proteine rispetto al grano e sono più facilmente digeribili. Il Farro contiene inoltre elementi nutritivi molto importanti per l'uomo come: tiamina, niacina, riboflavina, magnesio, vitamine B, carboidrati complessi. A me piace molto perché ha un sapore che mi ricorda vagamente la nocciola e visto che non posso fare uso delle nocciole per l'allergia mi consolo con il Farro. La farina di Farro non è una farina forte quindi è meglio aggiungere una farina tipo la Manitoba.

Ingredienti

300 g di farina Manitoba, 200 g di farina di farro integrale, 1 bustina di lievito mastro fornaio (7g ) oppure 1 cubetto di quello fresco, 1 cucchiaino di malto d'orzo secco o 1 cucchiaino di malto liquido, acqua q. b. , 2 cucchiaini di zucchero per attivare il lievito secco, 2 cucchiaini piccoli da caffè di sale, 2 cucchiai di olio evo (facoltativo)


Preparazione

Nella ciotola della planetaria versare l'acqua tiepida e il lievito fresco sciolto in poca acqua tiepida, se si usa quello secco va aggiunto alla farina. Aggiungere all'acqua e al lievito metà della farina, lo zucchero e il malto. Azionare la macchina a velocità 1 e lasciare lavorare per un po' poi unire la restante farina, l'olio e il sale; se dovesse essere troppo duro aggiungere un pochino di acqua tiepida. Lasciare lavorare la planetaria per un po', poi versare l'impasto sulla spianatoia infarinata e lavorarlo, (schiacciarlo, tirarlo e raccoglierlo), formare una palla inciderla con un taglio a croce e metterlo a lievitare in un contenitore ponendo sulla superficie della pasta la velina e poi coprirlo con il coperchio o con uno strofinaccio. Lasciare lievitare per almeno un' ora e mezza (io faccio due ore). Trascorse le due ore riprendere la pasta e dargli la forma di una pagnotta o quella che preferite, appoggiarla sulla teglia ricoperta di carta forno, fare dei tagli in diagonale o verticali. Di solito, faccio la pagnotta con il taglio a croce, ma questa volta ho fatto il filone. Rimettere il pane a lievitare per un'ora circa e poi infornare a 180° fino a cottura; il pane dovrà avere un bel colore e battendo con la mano deve dare un suono sordo, vuoto e la base deve essere solida e asciutta. Raffreddare su una gratella il pane prima di tagliarlo. 






venerdì 15 febbraio 2013

Tortelli di Carnevale

Carnevale ogni scherzo vale, Carnevale periodo di festa e di scherzi, di travestimenti e di grandi fritti dolci. Il termine Carnevale deriva dal latino carnem levare ossia eliminare la carne poiché questo giorno precede l'inizio del digiuno quaresimale. Il rito romano vuole che il giorno dei festeggiamenti sia il martedì prima del mercoledì delle ceneri (inizio della quaresima) ma per la Diocesi di Milano non è così visto che è ambrosiana. Milano e molti paesi della Diocesi seguendo il rito ambrosiano iniziano la Quaresima la domenica successiva al Mercoledì delle Ceneri. Per tanto il giorno dedicato ai festeggiamenti del carnevale è il sabato invece del martedì, perché nel rito ambrosiano, è diverso il modo di contare le date di inizio e fine Quaresima. Questo lo dobbiamo a Sant'Ambrogio, che nel IV sec. decise che le domeniche fossero calcolate in questo modo. Esiste anche la leggenda ma questa è un'altra storia che racconterò un' altra volta ora torniamo ai tortelli. Ogni volta che li faccio mi ricordo di mia nonna Cesarina che si alzava all'alba per preparare i turtei, che lasciava lievitare e  poi andava a Messa, quando tornava li friggeva e riempiva la casa con un profumo fantastico (qualcuno diceva puzza) e invitante, infatti scendevo e i primi turtei ancora bollenti erano miei. Credo di essermi persa nel raccontare ma ora scrivo la ricetta con dosi modificate visto che usando la ricetta originale escono circa 2 kg di tortelli, e io non ho aspettato le due ore ma le ho fritte subito.





Ingredienti

500 g di farina, 40 g di zucchero (mio gusto), latte q. b. , 2 uova, 3 cucchiaini di lievito per dolci, la scorza grattugiata di un limone (magari bio), un pizzico di sale, olio per friggere (arachidi per una buona frittura), zucchero a velo .

Preparazione

La quantità di tortelli dipende anche da quanto li fate grossi, queste dosi sono sufficienti per 4-6 persone. In una ciotola capiente o nell'impastatrice sbattete la farina setacciata con il lievito, uova, zucchero, latte, la scorza di un limone e il pizzico di sale. Lavorate fino a ottenere una pastella spessa, liscia e senza grumi. In una pentola dai bordi alti o in quella che preferite fate scaldare l'olio di arachidi e quando sarà caldo cominciate a friggere i tortelli facendo cadere nel'olio un po' di pastella aiutandovi con un cucchiaio, io uso una paletta per gelato. Non sempre i tortelli restano perfettamente rotondi ma comunque sono lo stesso buoni. Una volta cotti metteteli su carta assorbente a scolare e poi cospargeteli di zucchero a velo o se preferite zucchero semolato anche aromatizzato alla cannella. 








lunedì 4 febbraio 2013

Marmellata d'arance (secondo metodo)


Oggi ho preparato la marmellata di arance con un metodo più veloce rispetto a quello delle nonne, cioè senza l'ammollo delle arance per quattro giorni in acqua. Questo metodo non preclude la buona riuscita della ricetta, ne il gusto ne tanto meno il profumo della marmellata. Sono in ritardo per la preparazione di questo tipo di marmellata ma la mia scorta e alla fine e visto che ho trovato delle belle arance non trattate e biologiche, succose e sode ho deciso di prepararla per avere a disposizione ancora qualche vasetto. In famiglia siamo ghiotti della marmellata




Ingredienti
2250 g di arance, scorza d'arancia, 250 g di fruttosio, 500 g di zucchero.
Preparazione
Lavare bene le arance (uso una spazzola che tengo per questo lavoro), togliere a quattro arance la scorza con il pelapatate. Bollire le scorze per qualche minuto in acqua, scolare e ripetere l'operazione per altre due volte. Pelare al vivo le arance, raccogliendo anche il succo e metterle in una pentola d'acciaio con lo zucchero e il fruttosio. Cuocere togliendo la schiuma con una schiumarola a fiamma bassa fino a raggiungere la densità preferita. Per controllare la densità basta mettere un goccio di marmellata su un piattino se inclinandolo questa cola lentamente la marmellata è pronta; potrebbe non colare proprio e si avrà una preparazione molto densa. Comunque raffreddandosi si addenserà ancora un po'.
Mi stavo dimenticando una cosa molto importante sterilizzare i vasetti e i coperchi, invasare, chiudere bene e capovolgere per almeno un'ora (effetto sottovuoto) e lasciare raffreddare coperti con un plaid. Una volta freddi disporli in un luogo fresco e buio. Se siete fifone o prudenti come me (paura del botulino), sterilizzate i vasetti una volta riempiti per 45 minuti e lasciateli raffreddare nella pentola, il giorno successivo controllate che il tappo al centro si abbassato e non faccia click- clack, altrimenti cambiate il tappo e risterilizzate o mettete il vasetto in frigorifero e consumatelo in fretta. Se tutto funziona bene riporre i vasetti sempre al buio e al fresco. 

Taralli dolci

La prima volta che ho mangiato questi dolcetti ero in Sicilia dai miei suoceri ed è stato amore al primo morso. Li adoro sono semplici ma nello stesso la glassa li rende eleganti e setosi. A Cattolica Eraclea li vende il panificio quindi ogni giorno era dura uscire dal negozio senza una buona scorta di Taralli chiamati anche biscotti con lo zucchero. Finalmente dopo varie ricerche ho trovato la ricetta giusta su un libro di cucina siciliana e poi ne ho trovate altre nel web che proverò di sicuro. Li adoro!!!!!!





Ingredienti


1 kg di farina 00 (800 g per l'impasto e 200 per la spianatoia), 200 g di zucchero extra fine, 40 g di ammoniaca, 4 uova, 250 ml di latte a temperatura ambiente, 200 g di strutto, il succo e la scorza di un limone, semi di anice (omessi ma ci vanno).

Preparazione

Se non volete usare la tecnologia siete libere di farli a mano sulla spianatoia. Mettere la farina setacciata nella ciotola della planetaria o fare la fontana sulla spianatoia, unire lo strutto e lavorare, aggiungere le uova, lo zucchero, la scorza di limone e qualche cucchiaio di succo di limone. Togliere un po' di latte dai 250 ml e metterlo da parte; aggiungere il restante latte all'impasto e lasciare lavorare la macchina. Stemperare nel latte messo da parte e intiepidito l'ammoniaca e aggiungere all'impasto. lavorate ancora un po' e poi rovesciare l'impasto sulla spianatoia.  Lavorare bene a mano l'impasto facendo assorbire buona parte della farina (200 g ) messa da parte. Prelevare dei pezzi dall'impasto fare dei rotolini che poi verranno uniti a cerchio formando una ciambellina. Alcuni formano delle esse oppure tagliano dei tronchetti dal rotolino e l'infornano. Ricoprire con carta forno la teglia e disporre i taralli distanziati gli uni dagli altri. Forno statico 180°/200°. Alcuni non verranno con il buco perchè in cottura si potrebbe chiudere ma non importa sono comunque buoni. Sfornare i taralli e lasciarli raffreddare su una gratella. Intanto prepariamo la glassa.

Ingredienti per la glassa a freddo

500 g di zucchero a velo, qualche cucchiaio di latte e qualche cucchiaio di succo di limone. La dose del limone dipende dal gusto personale (a volte io non lo metto se li mangia anche mia figlia). 

Sciogliere lo zucchero a velo con il latte e con il succo di limone usando una frusta, fino ad ottenere una crema piuttosto liscia e senza grumi. Intingere i biscotti nella glassa e lasciare asciugare su una gratella. La ricetta originale prevede l'asciugatura in forno.






















venerdì 1 febbraio 2013

Tortelli di pesce

Un giorno prima di Natale  sono andata a lezione di tortellini da Grazia, una vera emiliana. Che emozione vedere uscire dalle proprie mani un tortellino. L'avevo già detto che mi emoziono con poco. Per la vigilia di Natale  ho deciso di farli da sola, anzi con l'aiuto di mia figlia. Abbiamo scelto un ripieno di pesce. Lo so che siamo a febbraio ma mi era rimasta la ricetta nelle bozze e solo oggi l'ho ripresa.




Ingredienti

Per la pasta: 400 g di farina, 4 uova.

Per il ripieno

8 filettini di nasello surgelati, 1 spicchio d'aglio, peperoncino q.b. , panna q.b. , pepe, sale, 1 patata lessa.

Preparazione

Sulla spianatoia fate una fontana con il buco in mezzo rompeteci dentro le uova e con una forchetta incorporate piano piano la farina alle uova. Impastate bene con le mani fino ad avere un impasto sodo e non appiccicoso. Formate una palla e lasciate riposare in una ciotola coperta per almeno 30 minuti.
Intanto preparate il ripieno facendo soffriggere l'aglio con un po' di peperoncino, che poi toglierete, aggiungere i filetti di nasello scongelati rompeteli con una forchetta e spruzzateli con del cognac e a fine cottura aggiungete qualche cucchiaio di panna. Aggiustate di sale e pepe e fate raffreddare. Lessate una patata. Sminuzzate finemente il pesce e unitelo alla patata schiacciata. Potete usare un mortaio o un mixer, ma non fate una purea di pesce. Tirare la pasta un po' alla volta per evitare che si secchi troppo.  Formate delle strisce che dividerete in quadrati sui quali disporrete il ripieno, piegare in due il quadrato e si otterrà un triangolo. Prendere i due lati della base schiacciarli leggermente e arrotolarli intorno al dito formando così il tortello. Farli asciugare o congelarli se non li dovete usare subito.  Lessarli in acqua salata e condirli a piacere.  Se dovesse avanzare il ripieno potete fare delle polpettine.

martedì 22 gennaio 2013

Chiacchiere


Le chiacchiere, dolci tipici del Carnevale, solitamente fritti e cosparsi di zucchero a velo.  Si pensa discendano dalle frictilia romane, dolci fritti nel grasso di maiale che nell'antica Roma venivano preparati proprio durante il periodo di Carnevale. I nomi di questi dolci variano a seconda delle regioni di provenienza: chiacchiere e lattughe  in Lombardia, cenci in Toscana, frappe e sfrappole in Emilia, crostoli in Trentino, bugie in Piemonte etc...  
Dopo aver cercato nei libri e nel web una ricetta che prevede l'uso dell'olio nell'impasto invece del burro, e dopo averne provate diverse la mia preferita è quella trovata qui.  Ho apportato delle modifiche , gli ingredienti della ricetta originali li trovate tra parentesi. Questa ricetta l'ho trovata, fatta e rifatta l'anno scorso, ma quest'anno la rifarò in occasione del carnevale perché è veramente buona e le chiacchiere nonostante siano fritte sono più leggere per la presenza dell'olio. Provatele !!!



Ingredienti

400 g di farina 00, 30 g di zucchero, 40 g di olio di mais (olio d'oliva), 3 uova, buccia di limone grattugiata, latte q. b. (rum q. b. ), un pizzico di sale, zucchero a velo q. b. , olio di arachidi per friggere.

Preparazione

Impastare la farina. le uova, lo zucchero. l'olio, la buccia di limone, il sale e aggiungere il latte q. b. per ottenere un impasto sodo. coprite con la pellicola trasparente e riporre in frigorifero per almeno mezz'ora. Passata la mezz'ora prendere l'impasto, dividerlo in pezzi e stenderlo in sfoglie sottili, se avete la macchina per la pasta arrivare fino al numero 5. Tagliare le strisce ottenute in rettangoli, inciderli nel senso della lunghezza con due tagli al centro. Friggerli in abbondante olio caldo, scolarli e cospargerli di zucchero a velo. 
Sono veramente buoni, provatele!




lunedì 21 gennaio 2013

Marmellata di arance (primo metodo)


Cosa c'è di più buono di un po' di marmellata fatta in casa, spalmata sul pane o sulle fette per addolcire la prima colazione o la merenda, senza parlare di quanto è buona nelle crostate o per farcire dei biscotti. Se non si fosse capito mi piace tanto la marmellata.
Marmellata si chiama così se è preparata utilizzando solo agrumi con aggiunta di zucchero, se contiene altra frutta viene chiamata confettura o composta. All'inizio dell'inverno ho preparato la marmellata d'arancia seguendo il metodo delle nonne, è un po' lungo ma ne vale la pena se si vuole una marmellata sana piena di sapore e con un profumo unico. Ora finalmente pubblico la ricetta.



Ingredienti: le dosi sono personalizzate secondo il mio gusto, quindi quantità di fruttosio ridotto.
1500 g di arance biologiche, 500 g di fruttosio.
Preparazione
Lavare bene le arance, bucare la scorza senza andare in profondità, (non bisogna bucare la polpa), metterle in una ciotola o pentola capiente e ricoprirle d'acqua; lasciarle cos'ì per quattro giorni cambiando spesso l'acqua. Passati i quattro giorni tagliare 2 o 3 arance con la scorza a fettine sottili, le altre sbucciarle togliendo la pellicina e tagliarle a fette sottili. In una pentola mettere il fruttosio e le arance, cuocere fino a raggiungere la giusta densità a fiamma bassissima. Fare la prova piattino: mettere un cucchiaino di marmellata e se resta appiccicata inclinando il piattino la marmellata è pronta.  

venerdì 11 gennaio 2013

Schiaccia all'origano

Ieri sera non avevo abbastanza pane quindi ho fatto una schiaccia bassa bassa aromatizzata con origano.




Ingredienti
 270 g di semola rimacinata di grano duro, 150 ml di acqua tiepida, 1 cucchiaio abbondante di olio evo, 1/2 cucchiaino di sale, 10 g di lievito di birra fresco o 4 g di lievito di birra disidratato, 1 cucchiaino di zucchero, 1 cucchiaino scarso di malto d'orzo in polvere (facoltativo), olio evo q. b. per condire, origano e sale rosa.

Preparazione

Mettere la farina, il lievito secco (il lievito di birra fresco scioglierlo in un po' d'acqua tolta dai 150 ml), il malto e lo zucchero. Azionare la macchina e  aggiungere i 150 g di acqua (un poco alla volta per regolarvi secondo quanta ne prende la farina) e il cucchiaio d'olio evo. Per ultimo aggiungere il sale, lasciare lavorare la macchina e fare incordare bene l'impasto. Rovesciare l'impasto sulla spianatoia e impastare ancora un po' a mano. Mettere la palla ottenuta in una ciotola leggermente unta d'olio e coprire con della pellicola. Lasciare lievitare in un luogo caldo per 2 h. Prendere la pasta e rovesciarla delicatamente sulla spianatoia, tirarla prima a mano e poi con il mattarello fino a raggiungere lo spessore desiderato. Ungere una teglia rettangolare adagiare la pasta e spennellate con abbondante e massaggiare con le dita lasciando i caratteristici segni. Macinare sopra la superficie del sale grosso rosa (o quello che volete) e origano. Infornare a 200° fino a cottura o secondo quanto la desiderate croccante.
E' ottima come sostituto del pane per accompagnare salumi e formaggi ma anche come aperitivo oppure può essere una sana merenda.

mercoledì 2 gennaio 2013

Fusillacci farro e semola

Dopo parecchio tempo senza scrivere perché ero troppo presa ha impastare tirare la pasta sfornare dolci delizie per il Natale, eccomi di nuovo qui con delle ricettine fatte con amore per la mia famiglia.
Questa pasta è semplice ma con un buon sugo può diventare un piatto veramente buono. Non sono come i fusilli in scatola e non so se si fanno così, questo è un mio esperimento riuscito bene secondo i miei commensali a Santo Stefano.






Ingredienti

300 g di semola di grano duro, 200 g di farina di farro macinata a pietra, acqua tiepida q.b.

Preparazione

Disponete la semola e la farina di farro sulla spianatoia o nella planetaria, unite tanta acqua tiepida quanta ne serve per dare consistenza all'impasto, e lavorare gli ingredienti con le mani o azionare a bassa velocità la macchina. Se usate la planetaria quando gli ingredienti saranno ben amalgamati, fermate la macchina, estraete l'impasto e lavorate a mano per perfezionare la lavorazione. Dopo aver ottenuto un impasto liscio e sodo, prendetene un pezzetto fate un serpentello da cui ricaverete dei pezzetti di circa 4 cm, io misuro con tre dita, fate dei piccoli serpentelli che arrotolerete sullo spiedino di legno formando una spirale, fate scorrere velocemente lo spiedino sulla spianatoia e poi sfilate il fusillaccio dallo spiedino.




 Mettete la pasta su vassoi usa e getta ricoperti di carta forno e congelatela (se non la usate subito, potete anche seccarla). procedete così fino ad esaurimento della pasta. Quando la pasta è ben congelata potete metterla in sacchetti freezer e usarla quando vi servirà.
Un consiglio quando la pasta è congelata va buttata in acqua bollente salata senza scongelarla. Conditela con un buon sugo o ragù, io li ho conditi con sugo d'agnello alla pastorale bello denso. Il sugo entra nella spirale e ne resta imprigionato per la goduria del palato. Mi sta venendo fame.